mercoledì 24 aprile 2013

Di etica e supercazzole

Ho smesso da tempo di impelagarmi in interminabili quanto sterili risse su facebook: la gente vuole solo scrivere, non leggere, e di sicuro mai leggerà o prenderà in seria considerazione un commento ragionato, pensato, educato, razionale, ma risponderà a quelli più coloriti solo per vanificare tutta la discussione e portarla al livello del tuamammamaiala. Da quando ho smesso, però, ho un sovraffollamento di pensieri che non so più dove vomitare, quindi ho pensato che questo fosse il posto giusto. In questi giorni mi è capitato di leggere tante discussioni sulla sperimentazione animale sui social network e sui blog e mi sono resa conto che nella maggior parte dei casi le argomentazioni da ambo le parti (salvo poi degenerare nel tuamammamaiala) erano quasi esclusivamente di tipo tecnico, scientifico, medico e a volte economico. Da una parte c'erano ricercatori o presunti tali, studentelli di medicina o aspiranti tali e dall'altra vegani e animalisti (si spera entrambe le cose, visto che di animalisti con panino al prosciutto è pieno il mondo) a volte molto informati a volte meno. E cosa c'è di male nelle argomentazioni tecniche? In generale nulla, ma quando si parla di etica e di liberazione animale non penso siano quelle le argomentazioni giuste, quelle da usare. Nel caso della scelta vegan, ad esempio, molti puntano sui benefici reali o presunti (diventerete tutti fighi, la pelle risplenderà, sarete magri e tromberete come conigli, non vi ammalerete mai, non puzzerete di ascelle, vi cresceranno le tette/il pisello, andrete in paradiso) più che sul concetto di base, cioè l'empatia verso gli animali o perlomeno la volontà di non ucciderli e sfruttarli; tutto il resto dovrebbe venire dopo, ma senza una presa di coscienza queste cose sono inutili e anche dannose: ho visto un sacco di vegetariani e vegani diventare ex per futili motivi personali e utilitaristici il che dimostra come alla base non ci fosse una riflessione sulla condizione animale. Inoltre questi benefici reali o presunti della dieta vegan (che sicuramente ci sono, se una persona segue una dieta bilanciata) a volte diventano talmente radicati nella mente di alcuni vegani che potrebbe capitare, ad esempio, che vedendo una mia foto in costume da bagno (io non seguo una dieta bilanciata ma una dieta a base di scarpette nel sughetto e altre golosità ipercaloriche) mentre mangio un panino (ovviamente vegan ma dalla foto non si vedrebbe) potrebbero farci un meme con la dicitura "ONNIVORI=CICCIONI" e sotto una serie di commenti che vanno dai consigli pseudo-nutrizionali fino a insulti veri e propri passando per coloriti epiteti. True story.
Detto questo torniamo alla sperimentazione animale: perché non è rilevante o importante conoscere e parlare fluentemente di scienza per esprimersi contro o a favore più di quanto non fosse importante, ai tempi della schiavitù, essere un esperto di economia; si perché indubbiamente un sacco di "brava gente" e di "onesti cittadini" portavano il pane a casa grazie ad attività legate direttamente o indirettamente alla schiavitù, alla tratta degli schiavi, alla loro deportazione e compravendita, al loro lavoro. Ecco immaginatevi di dover combattere l'idea della schiavitù con numeri, statistiche e grafici a torta, di dover convincere le persone non che un africano ha lo stesso diritto alla vita e alla libertà che avete voi (no questa è un'argomentazione troppo estremista) ma che in base ai vostri calcoli liberandoli si avrà un risparmio del 30% annuo sulle uscite della supercazzola con scappellamento a destra, tutto esentasse per la legge 13bis barra sticazzi e che in più tutte le famiglie che libereranno i loro schiavi avranno in regalo il nuovo cd Drupi o un buono acquisto!
Ecco. Questo è il motivo per cui non è necessario essere dei professori per avere un'opinione: io sono contraria alla sperimentazione animale perché penso che gli animali siano esseri senzienti e che la loro vita non debba essere sacrificata a mio beneficio, poco importa se finora la ricerca abbia raggiunto o meno risultati, è sbagliata e dovrebbe cercare altre strade per questo motivo. Se guardassimo solo al nostro beneficio, nelle scelte delicate dal punto di vista etico, dove si andrebbe a finire? Spesso, nelle famose sterili risse su facebook, mi viene chiesto se sceglierei tra la vita di un bambino e quella del mio cane; questa domanda è più idiota di tutti i libri di Fabio Volo frullati insieme e diretti sul grande schermo da Silvio Muccino, ma proviamo a riformularla: cosa sceglieresti tra la vita di tuo figlio o quella del figlio di un altro? Tra un amico e uno che non conosci? Tra la tua vita e quella di un altro? Se sapessi che l'unico modo per sconfiggere una malattia mortale che affligge una persona a te cara fosse sperimentare su neonati umani saresti d'accordo? Chi butti dal pozzo gli italiani o i cinesi? Altre domande idiote che seguono lo stesso tipo di ragionamento insomma.
In conclusione, per quanto mi riguarda, non mi interessano le argomentazioni dei vivisettori (da quelli che ti augurano la sclerosi multipla a quelli molto seri tutti numeri, cifre, dati) nè tantomeno quelle dei vegani che seguono la stessa scia (addirittura alcuni possibilisti vorrebbero tagliare gli sprechi e far andare avanti la ricerca solo dove ha dato risultati, che per me equivale a dire "chiudere le piantagioni di schiavi che non rendono economicamente" o "ottimizzare l'efficienza dell'industria della carne tagliando gli sprechi"); ben vengano argomentazioni aggiuntive, esperti, medici anti-vivisezione, certo, ma senza dimenticarsi il concetto che sta a monte, la scelta etica, la decisione se sia giusto o sbagliato sfruttare, uccidere, torturare, segregare degli esseri viventi in nome del "progresso"; questa scelta è alla portata di tutti, così come la discussione che ne deriva non è e non deve essere a solo uso e consumo dei "tecnici".

1 commento:

  1. Io sono stata dapprima vegetariana e ora sono vegan e proprio in questi giorni facevo riflessioni simili parlando con altre persone e su un argomento che non c'entra nulla ma al tempo stesso c'entra. Mi si chiedeva di far donare il sangue al mio cane molossoide e dentro di me e' nato il conflitto: come far diventare donatore il mio cane quando io stessa non lo sono? E sono giunta alla conclusione che il mio percorso personale ed etico non è finito, ho ancora troppo da lavorare su me stessa, troppo da capire e risolvere la questione con quelle feroci litigate di cui parli tu e che si trovano in rete e' veramente svilente e sinonimo che l'importante e' aver ragione, non capire la ragione

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...