martedì 26 ottobre 2010

Prometto di inserire qualche battuta per alleggerire il tutto.

Qualche giorno fa, tra uno zio Michele, i disordini di Terzigno (che io chiamerei più difesa personale) e un cagnolino che ha salvato una cucciolata di lucertole è andata in onda su tutti i tg una notizia che parlava addirittura di disoccupazione. Ci dev'essere un tranello, ho subito pensato, e in effetti c'era; l'apertura buttava lì i numeri preoccupanti della disoccupazione giovanile, 23,5% per gli under 25 e 39,3% gli under 29 ma poi proseguiva facendo una rivelazione inquietante: proprio in questo momento di crisi, con questi numeri, ci sono giusto giusto migliaia e migliaia di posti vacanti nell'artigianato, posti che secondo i giornalisti nessuno vuole.
Seguono una sequela di interviste al finestraio, all'orologiaio, al panettiere, all'ombrellaio, all'arrotino, al sarto, al fabbro e via discorrendo. Tutti dicono la stessa cosa: è un lavoro duro, ti devi svegliare prestissimo, i ragazzi sono viziati, snobbano la formazione artigiana, nessuno vuole più fare l'artigiano, non ci sono più le mezze stagioni, si stava meglio quando si stava peggio, ai tempi di mio nonno bla bla bla...
Siccome poi è venuto fuori che queste erano richieste per personale QUALIFICATO (quindi non ci avrebbero presi comunque, l'arrotino senza esperienza lo fanno fare solo a Totti) Porta a porta si spinge oltre e dice che noi giovani SBAGLIAMO FORMAZIONE.

Ora, sarà tutta colpa nostra? Non sono stati proprio i nostri nonni giardinieri e le nostre madri sarte a spingerci a studiare? Non ci è stato sempre detto che a 15 anni eravamo troppo piccoli per scegliere una professione (senza contare che magari non dappertutto ma di solito le scuole professionali erano un parcheggio per bulletti dove ti promuovevano se rispettavi semplici regole come non dare fuoco ai tuoi compagni)? I nostri professori delle superiori, con i loro test attitudinali, non ci hanno forse consigliato le facoltà più in voga del momento come Scienze della Comunicazione e per finire l'Università stessa non ha gonfiato le statistiche sull'occupazione dopo la laurea (per loro ha trovato lavoro l'80% dei laureati a prescindere che facciano i giornalisti o vendano braccialetti sulla spiaggia)? E non se le sono prese le nostre tasse universitarie? Perché dopo il primo anno non è venuto Ciampi scortato dai corazzieri (o Berlusconi scortato da sette baldracche) ad esortarmi a fare un corso regionale per intagliatrice di sughero? Penso che a quest'ora non sarei così irritata e avrei già due bellissimi gemelli in stile Kinder.
Perché non scrivono fuori dalla Facoltà di Lettere e Filosofia o Scienze Politiche: facoltà puramente speculative e per uso personale a frequenza gratuita? Della serie a tuo rischio e pericolo, per la serie studiare non bastava ma ci voleva la palla del futuro, per la serie a me mi pare che me volete infinocchià.

11 commenti:

  1. ahahaha grandissima. Ti do ragione su tutto. Se avessi saputo come andava a finire avrei girato il mondo, invece di fare la muffa sui libri...

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  2. Ecco, appunto, nessuno ci aveva avvertite e ora è colpa nostra!

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  3. Ciao Chiara, hai ragione al 100%... io ocn una laurea in mano non riesco a trovare nulla nel mio campo... ma ci vuole esperienza per tutto!!!

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  4. @Barbara, io per iniziare ad essere pagata e smettere di fare la stagista mi sono dovuta mettere in proprio, con tutte le complicazioni del caso.

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  5. Il bello è che io ho quasi un anno di esperienza alle spalle, che non è molto ma non è proprio zero direi... ecco ora mi propongono ugualmente stage non retribuiti e pure senza possibilità di inserimenti futuri...no comment!!

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  6. Stessa cosa per me e sinceramente ora basta, poi dicono che non ci facciamo una famiglia! Ma se non riusciamo neanche a uscire da quella dei nostri genitori?

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  7. esatto!! ci chiamano bamboccioni... io ho 26 nni e avrei una voglia matta di andarmene... ma come me la pago la casa, solo con lo stipendio del mio ragazzo?!?! anche no direi!!!

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  8. Hai tristemente ragione al 100%... Quanto ti capisco...

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  9. che ridere...tutto vero. confermo sulla mia pelle. e i professori ringraziano.
    comunque ora e` tempo di rimboccarsi le maniche e trovare una soluzione. Io lavoro in un'università americana e cerco di far capire ai miei studenti che loro non sono lì per prendere una laurea ma per usare il loro cervello per capire com'è fatto il mondo. Non avete capito perche` avete studiato cosi` tanto? Allora avete veramente perso il vostro tempo. Pensavate di andare a lavorare per un'azienda internazionale, per una grossa università, o per la ditta di papà?
    il lavoro non lo dà la laurea...non ve lo avrebbe dato neanche 50 anni fa...e se non lo sapevate mi discpiace per voi...neanche io lo sapevo.
    Be` ora che con la laurea siete persone più intelligenti di mia mamma che non ce l'ha, provate a usare il vostro cervello nella maniera consona ad un laureato. e non dite che e` colpa dei genitori e che "se avessi saputo"...tutte cazzate...perche` a voi piace essere laureati e sfoggiare la vostra laurea.
    Quello che dico e` che ora che siete persone intelligenti....crearvi un lavoro ( io per lavoro intendo la vostra vita, non un lavoro che vi annienta, ecco l'unico motivo perche` io sono andata all'universita`...) è il vostro prossimo passo. Non aspettate che siano gli altri ad accertarvi per la vostra laurea a darvi un lavoro e a mettervi sotto come l'ultimo degli operai. A cosa e` servito allora tutto questo?
    io sono positiva e dico che il mondo sta cambiando anche grazie al fatto che ci sono persone che hanno preso la laurea e hanno fatto cose grandi con la loro testa.
    Qui nelle Americhe la gente l'ha già capito e per riprendersi dalla grande crisi ha cominciato a fare grandi cose nel proprio piccolo. E qui ( ve lo garantisco!) tutti hanno laurea super laurea e post laurea. E` normale, Ma nessuno si cerca un lavoro per la propria laurea. Ora quello che la gente fa e` cercare di riscoprirsi. Come? Se non ti viene in mente hai sprecato i tuoi anni sui libri. Trova la soluzione. La laurea non era una risposta.
    Se in italia non cambia qualcosa e` veramente un casino. il cambio deve nascere da tutti voi, non dall'alto. Da lì non verrà nessuna risposta, ve lo assicuro.
    comunque tu Chiara sei un esempio reale di cosa sta succedendo qui negli Stati Uniti. Stai usando la tua laurea in una maniera tua, geniale, intelligente, e secondo me avrai successo nella vita. Vai avanti, sei di aiuto e stimolo a tutti noi. io quando ho finito di lavorare qui mi do al biologico e vado a vivere in Danimarca. eh eh

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  10. Patrizia hai ragione, la mia polemica non voleva dire che siamo troppo fighi e laureati per certe cose e neanche che la soluzione ce la debbano calare dall'alto...il problema è che l'Italia non iveste in nulla, noi moriamo di fame e facciamo morire di fame i nostri genitori e loro ci rispondono che è tutta colpa nostra perché abbiamo sbagliato a studiare, tirano fuori statistiche fatte a posta per discolparsi di tutto. Lo so che bisogna adattarsi ai tempi e inventarsi qualcosa ma non è per niente facile: se hai un'idea come la mia (buona o no) e nessuno ti da soldi come fai a iniziare? Se non hai genitori o chi per loro alle spalle con le idee e il talento ti ci puoi pulire il culo. A parte rari casi di intellettualoidi da strapazzo penso che l'italia sia piena di giovani laureati che sono disposti a tutto (call center, stagioni al bar, fare la babysitter, andare a fare le pulizie) pur di sopravvivere ma che magari avevano un sogno e si sentono presi per il culo perché le università tagliano, la scuola taglia, gli ospedali tagliano e l'unica classe sociale che prospera è quella politica.

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  11. si` lo so e hai ragione...non mi sono dimenticata... per questo che qualcosa deve cambiare ma da noi stessi deve venire questo cambiamento perchè niente cambierà...se non da noi. è certo. Si sta andando sempre in peggio. Altro che poverta` vedremo tra poco in Italia. La fame non c'è ancora...
    tu ce la farai perchè sei convinta di quello che fai.
    Io non so cosa ho fatto nella mia vita. se sono riuscita ancora non credo...ma quando me ne sono andata è perchè ne ero convinta. ero una poveraccia senza futuro. sono arrivata qui che non sapevo dove andare a sbattere, nessuno poteva aiutarmi. gli unici veri amici sono atati gli americani che dicevano di andare avanti che ce l'avrei fatta. gli italiani, che ho conosciuto, invece sono quelli che contimuavano a buttarmi giu`. erano i figli di papa` che erano venuti qui a sudiare mi guardavano come se fossi stata una malata di peste. ma io ho continuato perche` ci credevo. i miei studi universitari mi hanno aiutato a rinforzarmi le idee,a formarmi come persona. ero un' insicura. non tutti hanno però bisogno di una laurea. Anzi direi. i geni in questo mondo sono quelli che non ce l'hanno. ma ad altri serve averla.
    se sei convinta, allora riuscirai anche a convincere gli altri ed i soldi poi arriveranno a renderti la tua vita meno drammatica.
    basta mi alzo e vado al lavoro...

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