sabato 9 ottobre 2010

Il metodo Stanislavskij applicato ad Halloween

Lo so, lo so, sono affetta da una grave forma di esterofilia oppure è solo colpa di Tim Burton, in ogni caso devo fare outing: io adoro halloween, non ci posso fare nulla. L'amore, però, non mi ha accecata del tutto e posso permettermi una piccola critica: basta con le streghe, i fantasmi e i vampiri generici, che cos'è questo qualunquismo del mondo dei mostri? Non sono mica tutti uguali, lo sapete? Per essere credibile nella mia mascherata devo approfondire psicologicamente il personaggio, cercare nel profondo delle cose che mi accomunano ad esso, farlo mio. Il vampiro, per esempio, insomma aldilà dei denti appuntiti o del suo succhiare il sangue, che musica ascolta? Ci ho pensato molto oggi (questa sa proprio come trascorrere il sabato, direte voi ma io potrei controbattere con un "alzi la mano chi oggi è stato all'ipercop") e ho dato vita al vampiro in paranoia, un vampiro depresso, un vampiro che ha perso il lavoro perché era contro la violenza e ora non sa più che fare della sua vita, un vampiro a cui non piacciono i mantelli neri, un vampiro che ascolta Daniel Johnston e suona l'ukulele, un vampiro che quando va alle feste si addormenta e che al sangue preferisce il boody mary e le caramelle. La sua canzone, neanche a dirlo, è Vampire di Antsy Pants.


La realizzazione del costume è facilissima: dei denti da vampiro, una t-shirt grigina triste unisex su cui, se l'inedia ve lo permette, potrete gridare tutta la vostra e sua (del vampiro) disperazione, un paio di pantaloni del pigiama, magari in tema halloweenesco (notare l'orrifico neologismo), un paio di pantofole a forma di coniglio mannaro (citazione dai Monty Python, perché lui, il vampiro, è un cinefilo), borsa portacaramelle già piena (tanto non ve ne darà nessuno), cuscino a forma di pipistrello per dormire comodamente ai noiosissimi party a cui verrete invitati, bloody mary già pronto (tanto nessuno vi offrirà da bere), tazza per la tisana con frasi incoraggianti (questa è di Cheerfulone). La parte da leone, però, la farà la vostra faccia, quindi cercate di essere più mogi che potete.

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